I Quintetti per fiati e pianoforte di
W. A. Mozart e L. Van Beethoven
Silvia Mannari, pianoforte
Giuseppe Cataldi, clarinetto
Tommaso Guidi, oboe
Giovanni Sbolci, corno
Giorgio Spugnesi, fagotto
“La cosa migliore che abbia mai scritto finora in vita mia.”, così scriveva l’entusiasta Wolfgang Amadeus Mozart al padre, a proposito del Quintetto per oboe, clarinetto, corno, fagotto e pianoforte KV 45, eseguito in pubblico il primo aprile del 1784 al teatro di corte di Vienna. Dodici anni dopo, un giovane Ludwig van Beethoven, per lo stesso ambiente viennese fatto di salotti, principi e musica da camera, inizia la scrittura di un quintetto dallo stesso organico mozartiano, e sarà la sua op. 16, addirittura anche nella stessa tonalità di Mi bem. Maggiore.
Eseguirli insieme è come tornare a vivere oggi quel confronto artistico straordinario dei due geni della musica e sarà illuminante vedere quanto di Mozart c’è in Beethoven e quanto Beethoven abbia dato poi alla concezione della musica dei secoli futuri.